Mi viene in mente, quando penso alla Fondazione, un grosso incrocio senza segnaletica. C’è chi lo attraversa senza guardare, magari a tutta manetta, c’è chi piano piano chiede permesso ad ogni passo. C’è chi parla solo con se stesso e chi invece solo di sé.  C’è chi viene da lontano e se ne andrà anche presto e chi invece quell’incrocio lo conosce davvero bene. Ci sono anche parecchi bar, ad ogni angolo, e un sacco di cappuccini con il cuoricino fatto con la schiuma. C’è sempre un sacco di gente in quell’incrocio, gente che non c’entra nulla l’una con l’altra, gente che si sorride, gente che si fidanza, gente che non si incontrerà mai.  La sera poi è pieno di cinema e di localini con musica dal vivo.

Mi viene in mente, quando penso alla Fondazione, le giostra degli specchi che ogni autunno arriva con il luna park. Da bambina lo aspettavo come si aspetta Babbo Natale e le vacanze estive. Suoni e luci colorate. Nella giostra, a starci dentro, c’entriamo proprio tutti, uno di fianco all’altro, oppure di fronte, o di spalle. Tutti insieme.

Così, anche se ognuno dietro ad un vetro, tutti vicini alla vita di tutti a prendersi cura l’uno dell’altro. E poi ogni tanto, lungo il percorso, la nostra immagine in uno specchio ci riflette dentro.

Alessandra Mazzerioli