di Matteo Orlandi

IL RACCONTO

Una famiglia che abitava precisamente a Perugia a Luglio decise di
andare in vacanza, ma ancora non avevano deciso dove. I due figli di
sei e diciotto anni volevano andare in Africa, ci tenevano molto ad
andarci, ma i genitori, che avevano lavori normalissimi, visto quanto
dovevano spendere e anche quanto stava lontano, dissero subito di no.

Il figlio di sei anni ci teneva tantissimo. Allora andò dal tabaccaio
del negozio proprio sotto casa loro e, dicendo che ce l’aveva mandato
suo padre, giocò al Superenalotto: quando tornò a casa ci rise sopra,
essendo  sicuro di non vincere. Poiché non ne sapeva niente nessuno,
il bambino  subito dopo cena con una scusa andò di corsa in camera sua
per vedere se aveva vinto. Il cuore gli batteva a mille,  sulla prima
colonna non aveva preso neanche un numero, guardò sulla seconda e i
primi tre numeri erano uguali, ma purtroppo con tre numeri i soldi non
bastavano. Siccome una mosca gli si posò per un secondo vicino
l’ultimo numero, l’occhio gli cascò lì e vide che aveva preso pure il
numero jolly! Siccome i numeri usciti che aveva preso erano uno, due,
tre e quattro in pochissimi avevano vinto, quindi pur avendo fatto
solo quattro vinse ventimila €!

Contentissimo lo disse subito alla sorella, ma lei ancora non aveva né
la patente né la macchina per andare a Roma a prendere i soldi, però
già si era iscritta a un corso di Scuola guida e aveva fatto molta
pratica .

Prima che i figli andassero a dormire i genitori  dissero loro che il
giorno dopo facevano da soli una piccola vacanza e sarebbero tornati
all’ora di cena, esattamente alle venti in punto, considerate che
erano molto precisi. Poiché la figlia era maggiorenne non avevano
problemi a darle la responsabilità del fratello.

Quando i figli si alzarono videro dalla finestra la macchina della
loro madre, nonostante che non avendo la patente la ragazza non poteva
guidarla pensarono ai soldi e alla vacanza in Africa, trovarono le
chiavi sopra il camino, le presero e da Perugia partirono per Roma.

Appena partiti per non farsi riconoscere si travestirono da persone
anziane con due costumi che avevano comprato per uno spettacolo. Dopo
mezz’ora che stavano viaggiando telefonò la loro mamma, sentendo il
rumore della macchina questa si impaurì, per i figli ci furono subito
la paura e il panico. Come se non bastasse senza motivo uno gli suonò,
ancora più paura, ma il figlio ebbe l’idea geniale di dire alla mamma
che stavano guardando il dvd di quando festeggiavano dentro la
macchina il Perugia che andava in serie B. Così la loro mamma
tranquillizzandosi dopo averli salutati chiuse la chiamata.

Proprio subito dopo essere entrati in autostrada la macchina si fermò,
un po’ arrabbiato il fratello chiese alla sorella perché non
continuava a guidare verso Roma lei, tutta innocente, lo rassicurò
dicendo che la macchina si era fermata da sola, infatti guardando il
livello della benzina videro che non stava in riserva ma era proprio
finita. Per loro fortuna un paio di metri più avanti c’era un
distributore, per sicurezza prendendo due taniche di benzina fecero il
pieno ma così finirono i pochi soldi che avevano.

Arrivati al casello di uscita dell’autostrada pur mascherati da
anziani senza avere i soldi non potevano entrare nella superstrada.
Dopo aver aspettato cinque minuti in auto con tutti dietro a loro che
gli suonavano, il bambino di sei anni senza farsi vedere si tolse la
maschera e facendo finta di stare male disse che era il nipote della
sorella (ancora mascherata), così il signore che doveva riscuotere i
soldi li fece passare.

Arrivarono a Roma, siccome era la prima volta che ci andavano da soli
stavano girando a vuoto, ma per loro fortuna un signore doveva andare
proprio nella stessa loro sede,  chiese loro un passaggio e così
risolsero il problema.

Entrati dentro la sede dove si riscuotono i soldi del Superenalotto
sembrava loro un sogno, non vedevano l’ora di prendere i soldi, ma
anche se lei aveva diciotto anni fisicamente sembrava averne meno, si
era scordata la carta d’identità in macchina e anche la maschera da
donna anziana, naturalmente i soldi non glieli volevano dare, ma per
loro fortuna da quell’anno  lavorava lì un suo ex professore, che
sapendo benissimo che lei aveva diciotto anni le dette i soldi, furono
contentissimi.

Quando ripartirono passando nel centro di Roma li fermarono i
carabinieri, considerando che erano sotto una certa età con tutti quei
soldi vinti e senza patente stavano in guai seri ma per loro fortuna
dopo che lei  fece vedere la carta d’identità lasciata in macchina, il
carabiniere non le chiese la patente e per i soldi, come già avevano
fatto con il tabaccaio, dissero anche ai carabinieri che erano andati
al posto dei loro genitori. Cavandosela ripartirono.

Per il viaggio di ritorno non ci fu nessun’altro problema, una volta
arrivati a casa ancora non erano tornati i genitori che arrivarono
proprio 1 minuto dopo di loro, di corsa misero a posto tutto
riuscendoci appena in tempo.

Appena dissero dei soldi vinti, i genitori si arrabbiarono tantissimo,
ma in modo molto gentile i figli diedero tutti i soldi ai genitori, i
quali quindi molto contenti li perdonarono  accontentandoli sulla
vacanza in Africa e furono tutti felici e contenti.