P.R.I.S.M.A

P.R.I.S.M.A.

ABITARE

Uno dei problemi più difficili da affrontare per le persone con disturbo mentale e i loro familiari è l’autonomia abitativa. In alcuni casi le famiglie non riescono a farsi carico del proprio familiare, per cui le persone con disturbo mentale rimangono a lungo in strutture residenziali che, oltre un certo tempo, all’interno del quale si può sviluppare un trattamento terapeutico -riabilitativo di senso, vanno a costituire degli spazi di separazione ed esclusione con un ruolo eminentemente custodialistico.

In molti casi, quando presenti, sono le famiglie a farsi carico della convivenza con il/la figlio/a ormai arrivato all’età adulta. Separarsi dalla famiglia è un momento molto delicato, può essere foriero di angosce che hanno alla base relazioni affettive complicate, ma necessario per il riconoscimento di sé, delle proprie caratteristiche, per differenziarsi e costruire un’identità più stabile. Inoltre, anche per le famiglie è un’opportunità per lavorare in maniera più costruttiva su un piano relazionale caratterizzato da maggiore indipendenza. Attivando un percorso di crescita virtuoso, anche la risposta alle cure può essere più efficace. Inoltre, la domanda costante dei familiari/caregivers va in direzione del “dopo di noi”, ovvero del destino del proprio familiare quando loro non ci saranno più o non potranno più occuparsene.

UNA SOLUZIONE ALTERNATIVA

P.R.I.S.M.A. è rivolto a persone con disturbo mentale che non sono (ancora) in grado di vivere in completa autonomia, costruendo progetti di vita personalizzati che ruotano attorno “all’abitare a casa propria”, fondamentale determinante sociale di salute e benessere e presupposto per lo sviluppo e la realizzazione di sé. Ognuna delle 10 persone attualmente in carico alla Fondazione La Città del Sole – Onlus vive in un appartamento con coinquilini che non hanno un disturbo mentale, ma un bisogno abitativo.

UN BENEFICIO DOPPIO

I coinquilini portatori di bisogno abitativo sono persone con difficoltà economiche, per la maggior parte studenti universitari, ma anche giovani lavoratori precari, in cerca di un’esperienza formativa e un alloggio gratuito, ai quali viene concessa la gratuità di alloggio e spese condominiali in cambio della convivenza con uno degli utenti in carico alla Fondazione. La ricerca di coinquilini è agevolata dalla collaborazione con l’Agenzia per il Diritto allo Studio Universitario dell’Umbria, con cui è in atto dal 2016 apposita Convenzione.

Si tratta, a nostro avviso, di un esempio di buona pratica rispetto all’efficacia e all’efficienza nell’allocazione di risorse pubbliche, poiché con un’unica spesa si dà risposta a due differenti tipi di bisogno: da un lato quello del paziente di intraprendere un percorso autonomo di vita, dall’altro quello economico dei coinquilini, non in grado di sostenere autonomamente i costi di un affitto.


Caratteristiche organizzative del “Patto di Cura”: Il rapporto utente/coinquilini va da un 1 a 2 fino a un 1 a 4, a seconda della valutazione effettuata dallo staff clinico. Ai coinquilini viene richiesta la presenza serale e notturna di almeno uno di loro (secondo un calendario concordato con il resto del gruppo), con la possibilità di gestire autonomamente il tempo con l’utente, in accordo con lui. Il gruppo degli inquilini viene supportato costantemente da educatori e staff clinico della Fondazione, con colloqui individuali e di gruppo. Il coinquilino si impegna a rimanere nel progetto per almeno un anno, pena il pagamento dei costi di registrazione del suo sostituto. La casa rimane aperta all’utente in ogni ora del giorno per l’intero arco dell’anno. I costi delle utenze vengono condivisi da tutti. Fuori casa il paziente svolge attività in normali contesti di vita all’interno della comunità di riferimento, sulla base del progetto che ha costruito con il sostegno di educatori e dello staff clinico (psichiatrico e psicoterapeutico), in collaborazione con i Servizi invianti. Anche i coinquilini vengono supportati costantemente da educatori e staff clinico della Fondazione, con colloqui individuali e di gruppo per ogni appartamento e una riunione plenaria trimestrale di tutti i coinquilini di tutte le case di P.R.I.S.M.A. in cui confrontare esperienze e condividere problemi e soluzioni.

CHI PUO’ ACCEDERE?

L’iter di P.R.I.S.M.A. è cambiato negli anni. Oggi il progetto viene offerto gratuitamente dalla Fondazione Città del Sole agli utenti beneficiari di una retta piena presso il Centro Diurno Psichiatrico FuoriPorta della Fondazione stessa.
Nell’ultima elaborazione il progetto richiama formalmente alcune esperienze di residenzialità leggera che si stanno sperimentando sul territorio, costruite come un mix di volontariato e di intervento di figure professionali di sostegno e supervisione.
Qui entra in campo un nuovo partner, l’Associazione RealMente APS. Nata nel 2016, collabora sin dalla sua nascita con la Fondazione La Città del Sole – Onlus per la realizzazione di progetti socio-culturali, con focus particolare sulla Salute Mentale. All’interno del nuovo progetto, è il soggetto a cui si associano tutti gli inquilini partecipanti alla parte residenziale, utenti compresi, fruendo grazie a ciò di una copertura assicurativa RCT. La supervisione e il sostegno al progetto restano ovviamente in mano allo staff clinico della Fondazione La Città del Sole.

Per accedere non servono specifiche caratteristiche diagnostiche, viene effettuata dallo staff clinico una valutazione dimensionale della persona, con un focus sulle capacità relazionali e le autonomie di partenza, in particolare sul piano della cura del sé. 
Ogni progetto viene discusso insieme all’utente e alla famiglia.

Regole della residenzialità:
Il coinquilino e il paziente firmano con la Fondazione 2 documenti specifici:
a) un contratto di comodato gratuito per l’utilizzo dell’abitazione;
b) un Patto di Cura in cui si specificano diritti e doveri dei contraenti. 

Ringraziamo la Fondazione Prosolidar e la Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia per aver sostenuto il progetto P.R.I.S.M.A. consentendo a 10 persone con disturbi psichici di portare avanti la propria esperienza di vita autonoma.

A seguire un articolo pubblicato all’interno di Dymphna’s Family – Edizione Italiana della Rivista Europea sullo IESA, pubblicata come supplemento di Evidence Based Psychiatric Care – Journal of the Italian Society of Psychiatry, in cui viene approfondito il progetto P.R.I.S.M.A. anche nei suoi aspetti formali, sviluppando una comparazione con il modello IESA (Inserimento Eterofamiliare Supportato di Adulti sofferenti di disturbi psichici) che, in modo diverso sviluppa interessanti modalità di costruzione di percorsi di vita per pazienti psichiatrici.