L’AGORAFOBIA

 LA RUBRICA PSICOLOGICA                                                                                      DAVIDE ALBRIGO

   Si può associare a un’altra malattia?

L’agorafobia è una patologia dello spettro ansioso, come tutte le espressioni può manifestarsi associata a molte patologie e sicuramente la più frequente è la comorbilità  con il disturbo depressivo. Spesso è difficile stabilire se una sia conseguenza dell’altro. 

 Quale?

La depressione, appunto. 

 

 Perché?

Proprio perché il disturbo agorafobico influisce negativamente sull’auto stima creando i presupposti per scivolare verso un quadro depressivo. 

Che problemi crea?

La sintomatologia più frequentemente è l’ansia associata a luoghi aperti, spaziosi ma in particolare a quelle situazioni dove si è visto o esposti ad altre persone estranee. 

 

Possono provocarla delle persone?

No, è un disturbo che si sviluppa per la crescita spontanea e patologica di paure. Al massimo possiamo considerare l’esposizione ad altre persone come un fattore di incremento della patologia. 

 

Da che cosa è causata?

È un disturbo che si sviluppa sostanzialmente per una profonda carenza di autostima e la netta sensazione di non poter contare su se stessi. 

 

  In genere a quanti anni viene?

Non c’è un’età specifica ma la fascia di maggior incidenza è tra i 20 e i 50 anni.

 

 Quando è molto grave è possibile che uno si toglie la vita per colpa di questa malattia?

In generale non è tra i quadri più invalidanti ma se si presenta in forma particolarmente grave può far esplodere un profondo disturbo depressivo. Anche se, per correttezza, se la gravità diventa eccessiva cambia anche la dicitura della diagnosi stessa. 

 Alcune persone possono essere d’aiuto?

Può essere d’aiuto l’intervento di un terapeuta, in particolare è un quadro he risente molto del supporto psicoterapeutico. 

 Quali?

Una psicoterapia ad orientamento analitico o contenitivo comportamentale. 

 

  Come?

Il lavoro terapeutico mira a disinnescare i meccanismi di fondo ed incrementare l’autostima per risolvere il problema nella sua radice. 

 

 Si deve curare con dei farmaci o in altri modi?

I farmaci possono essere di aiuto nel controllo dei sintomi ma non possono incidere nei meccanismi di fondo del disturbo. 

 Se si può curare in altri modi come?

Con il supporto psicoterapeutico. 

 La maggior parte delle volte uno riesce a guarire?

È un quadro con una prognosi abbastanza favorevole, se non trascurato ed affrontato con tutti gli strumenti a disposizione si possono avere dei buoni recuperi. 

  Quando uno ce la fa dopo quanto tempo guarisce?

È molto difficile dare un tempo plausibile ma potremmo dire che in un intervallo tra i 6 e i 16 mesi si potrebbero vedere dei risultati positivi.